
Venerdì 24 novembre, presso la scuola edile di Camin a Padova, si è tenuta la conferenza stampa sullo sciopero nazionale dell'edilizia del prossimo 18 dicembre.
"L'edilizia aspetta da 1 anno il rinnovo del contratto – hanno dichiarato i Segretari generali di Fillea Cgil Padova (Dario Verdicchio), di Filca Cisl Padova e Rovigo (Giorgio Roman), di Feneal Uil di Padova e Rovigo (Gino Gregnanin) - e le associazioni datoriali non stanno dimostrando nessuna disponibilità e nessuna apertura. Per questo, dopo decine di assemblee nei cantieri a livello locale e centinaia a livello nazionale, con il coinvolgimento di tantissimi lavoratori, le nostre organizzazioni sindacali hanno indetto per il 18 dicembre una giornata di sciopero nazionale".
"Padova – hanno dichiarato i sindacalisti - è stata scelta come sede interregionale della manifestazione del NordEst. Manifesteranno nella nostra città i lavoratori di Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. Sarà forte la presenza di lavoratori dei cantieri presenti nel nostro territorio, particolarmente colpito dalla crisi di questi anni. Bastano pochi numeri per rendersi conto delle difficoltà in cui ancora versiamo nella Provincia di Padova: se nel 2007 le imprese iscritte nella cassa edile erano 1.479, 10 anni dopo sono 814; gli operai iscritti sono passati dai 10.286 del 2007 ai 4524 del 2017. Gli appalti pubblici affidati in provincia di Padova nel 2007 valevano 308.307.000 euro, nel 2017 siamo fermi a 135.145.000 e manca appena un mese alla fine dell'anno. Mancano all'appello circa 1 milione di ore lavorate e circa 9 milioni di euro di stipendi".
"Le richieste che avanziamo – hanno sottolineato Verdicchio, Roman, Gregnanin - sono: aumenti salariali in grado di riattivare i consumi; la difesa e la riforma delle casse edili, a tutela dei lavoratori e contro il lavoro nero e l'evasione; una maggiore sicurezza sui posti di lavoro; la creazione di un fondo sanitario integrativo nazionale; il rafforzamento della previdenza complementare; il potenziamento del fondo integrativo per il pensionamento anticipato".
"La cosa più importante – hanno concluso i rappresentati di Fillea, Filca e Feneal – è ovviamente una svolta nelle politiche economiche del Paese, che ridia fiato al nostro tessuto produttivo e in particolare all'edilizia, che rappresenta un traino per molti altri settori. E' evidente che senza far ripartire gli investimenti pubblici, senza riprendere il processo di infrastrutturazione del territorio, senza un piano di salvaguardia contro il rischio idrogeologico e per la rigenerazio urbana, nessuna risalita dalla china scesa in questi anni sarà possibile".